Il caffè Dokito conquista il mondo. Da S. Giorgio a Liri all’Expo alla serie A in tre generazioni

Dalla piccola tostatrice che bastava a malapena a fornire caffè in provincia alla conquista del mondo all’Expo e a sponsor ufficiale del Frosinone calcio per il debutto in serie A: la Valle dei Santi custodisce una storia straordinaria piena dell’orgoglio di produrre caffè espresso secondo un antico metodo di torrefazione avvalendosi delle tecnologie più avanzate e di sostenere il nome della provincia.

“NOI IL MADE IN ITALY, NONOSTANTE TUTTO, CONTINUIAMO A ‘FARLO’ A S. GIORGIO CON MATERIE PRIME DI ALTISSIMA QUALITÀ”.

Sono passati tre decenni e quintali di caffè sono stati miscelati e tostati alla Dokito da quando Damiano D’Epiro, l’amministratore delegato della Dicos group, sognava di aprire ‘fabbrichette’ in tutto il mondo. Intanto, tornato da Roma, negli anni Ottanta, muoveva i primi passi nell’azienda di famiglia avviata dal padre Domenico e che ora ha conquistato l’Expo di Milano, dove le produzioni italiane sono state apprezzate soprattutto quando hanno dimostrato di essere ‘fatte’ nel nostro Paese al cento per cento. E il caffè Dokito lo è.

E LO SARÀ ANCORA: “BENCHÉ LA POLITICA NON SEMPRE CI AIUTI, PROGETTIAMO IL NOSTRO FUTURO QUI, PERCHÉ SIAMO CONVINTI CHE LA BANDIERA ITALIANA NON DEBBA EMOZIONARCI SOLO QUANDO LA VEDIAMO ALL’ESTERO E PERCHÉ, CONSAPEVOLI DI DOVE SIAMO PARTITI, GUARDIAMO AL MONDO SENZA SMETTERE DI CREDERE NEL NOSTRO SOGNO”.

Del sogno fa parte anche il sostegno alla squadra di calcio ciociara. Il caffè Dokito sarà infatti lo sponsor ufficiale del Frosinone.

L’Ad si emoziona parlando delle miscele che compongono il caffè famoso in tutto il mondo, il suo caffè, e, davanti la foto della fortunata campagna pubblicitaria che ha avuto per testimonial Denny Mendez, annuncia l’internalizzazione della Dicos, anche tramite l’adesione a Confindustria e l’uso delle nuove comunicazioni digitali. Internazionale il caffè Dokito lo è già grazie ad una rete di distribuzione che raggiunge, oltre che moltissime regioni italiane, la Scozia, la Germania, la Polonia, la Bielorussia, Hong Kong. L’Expo ha significato per la ‘piccola grande’ azienda della Valle una nuova opportunità di contatti, in particolare con Dubai e con il Messico.

Ma, per non dimenticare la ‘partenza’, ai piedi della scrivania di Damiano D’Epiro c’è anche la valigia di legno che suo nonno costruì aspettando la possibilità di fuggire da Addis Abeba per ricongiungersi con la famiglia ad Esperia. Fu il padre di Damiano, però, Domenico che, invece di emigrare, nel dopoguerra decise di diventare imprenditore. Comprò una piccola tostatrice e aprì una bottega. Oggi, il patron della Dicos dice che è tutto ‘merito loro’, riferendosi a Damiano e alla nuora Giulia, che, a sua volta, 36 anni fa ha apportato nuova linfa al sogno, e alla loro figlia Grethamaria, che studia Economia e già si occupa dei clienti ‘digitali’.

“HO EREDITATO DA PAPÀ I GENI DELLA CREATIVITÀ”, AMMETTE CON UNA RISATA ARGENTINA CHE RISUONA DELLA PASSIONE DI FAMIGLIA. IL SEGRETO, PER LA TERZA GENERAZIONE DOKITO, STA NELL’ATTORNIARSI DELLA BELLEZZA DEL MADE IN ITALY CHE DA SEMPRE AFFASCINA IL MONDO.

Quello che intanto Domenico non dice è che il coraggio è stato tutto suo cinquant’anni fa.

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