
di LUIGI PIETROLUONGO
A seguito dell’ultima tragedia di migranti che si è consumata nel Mar Mediterraneo, a largo delle coste Egiziane, il 21 settembre scorso e che ha visto morire molte persone, tra cui donne, bambini, uomini, oltre a numerosi dispersi, le comunità arabe presenti nella Città di Cassino e nelle zone limitrofe, ospiti delle strutture della cooperativa “La Casa di Tom”, hanno deciso di organizzare una manifestazione per venerdì 7 ottobre.
Il programma prevede un flash mob con un appuntamento venerdì 7 ottobre alle ore 14:00 davanti il comune di Cassino.
“Sarà un momento di democrazia e coesione sociale, un modo per esprimere la nostra vicinanza alle vittime e ringraziare lo Stato Italiano per l’accoglienza e l’aiuto nei nostri confronti“: queste le parole degli organizzatori, che, in questi giorni, si sono prodigati per raggiungere la massima adesione all’evento e collaborare con le istituzioni locali per un sicuro e sereno svolgimento della manifestazione.
E’ intenzione degli organizzatori stimolare, anche nella comunità locale, un dibattitto sul perché si stanno muovendo intere generazioni di giovani arabi e africani. Conoscere le loro storie, i motivi per cui si decide di lasciare la propria casa e i propri affetti per andare in una terra lontana può aiutare tutti noi a capire la comprensione di un fenomeno che coinvolge tutti, nessuno escluso.
Sono almeno 3000 i migranti morti nel Mediterraneo, nel tentativo di raggiungere le coste europee, dall’inizio del 2016. Più di 10mila dal 2014.
Quella di venerdì, affermano i responsabili e gli educatori che lavorano nella cooperativa, è l’occasione per poter esprimere, da parte dei tanti ragazzi di religione islamica che vivono nel territorio, la propria indignazione e il proprio dolore su quanto successo. Non vogliamo abituarci a queste morti, a questa ingiustizia.
Papa Francesco parla di anestesia del dolore, ma è lo stesso per l’anestesia dello sguardo, l’anestesia del coraggio. Ogni giorno siamo tempestati da immagini di guerra che invece di stimolare partecipazione al bene comune provocano narcolessia da senso civico, frustrazione per l’impotenza di non sapere cosa fare, precarietà e ed esaltazione del “tutto e subito”.
E se a tutto questo iniziassimo a pensare con la politica dei piccoli passi possibili, ogni giorno, senza retrocedere, con un piccolo passo di bene comune, di coraggio, di ascolto di ciò che solo apparentemente è diverso da noi.
(Ri) partiamo da noi stessi, dalla nostra storia e dalla consapevolezza che ognuno di noi è portatore di talenti che devono essere condivisi, rimessi al centro della comunità. Tutti noi, compresi gli stranieri, siamo portatori non solo di problemi ma di risorse umane meravigliose.
Per la comunità di Cassino, e tutti coloro avranno la volontà di partecipare questa è una opportunità di conoscere e capire più da vicino, le motivazioni e le speranze di chi ha compiuto il viaggio della vita ed è riuscito a sopravvivere alla furia del mare.
Perché alla fine di ogni dibattito e scenario macro economico ad ognuno di noi restano solo due scelte: alzare i muri o costruire i ponti. Noi scegliamo la seconda.