
Donne con il cancro al seno descritte come winners, vincitrici, anche se stanno ancora combattendo contro la malattia. E’ l’ennesima trovata pubblicitaria per parlare del male del secolo. La scritta, a caratteri cubitali, ha naturalmente uno sfondo rosa ed è sorretta da mani di donne, perché parla di donne, e alle donne, quelle malate ma anche quelle sane, anzi soprattutto a queste ultime forse, vuole arrivare. Per ottenere tanti I like e condivisioni.
Così recita la campagna pubblicitaria:
“Se la donna che ami o una tua amica, una parente, una collega di lavoro o una conoscente ha avuto tumore al seno rilancia questa immagine. È un gesto di amore e di lotta comune, di solidarietà nei confronti di chi ha affrontato o affronta oggi la malattia”.
L’idea, però, questa volta è firmata da un esimio senologo, il dottor Alberto Luini. E allora suona come una beffa.
Su questa discutibile operazione di marketing è intervenuta Mimma Panaccione, che purtroppo conosce bene l’argomento e combatte da anni.
“Quando un senologo di un centro di eccellenza usa e diffonde la parola “winners” applicata alle donne con il cancro al seno allora ti senti più sola. Ti senti presa in giro. Ti senti arrabbiata. Ti senti indignata. Perchè con questa operazione di marketing condita da fiocchetti rosa ha offeso la tua sofferenza e quella degli altri, ma la cosa peggiore è che diffonde disinformazione. In un attimo ha reso la sua laurea e i suoi titoli altisonanti carta straccia. Il cancro è una malattia recidivante, che si riforma all’infinito. Ne sappiamo ancora poco e niente. Per questo anche le donne aspiranti guarite devono effettuare serrati controlli e terapie vita natural durante. Winners è un augurio alle prossime generazioni. Lo potranno dire, e spero lo possano fare tutte, solo un attimo prima di esalare l’ultimo respiro per tutt’altro motivo,fra 50 anni, guardandosi indietro e constatando che la recidiva non è arrivata. Ecco i danni del marketing rosa. Ecco l’importanza della verità: se il nemico lo conosci lo rendi meno forte”.