
Dottor Pietro Brignardello, può spiegarci come funzione il disco intervertebrale?
Il disco intervertebrale ha la funzione di permettere il movimento fra le vertebre ed è costituito da una parte periferica denominata anulus fibroso e da una parte centrale chiamata nucleo polposo, che agisce come una specie di ammortizzatore.
Quando, in seguito all’invecchiamento o all’usura, il disco perde il suo contenuto idrico, si verifica una abbassamento del disco stesso il quale non lavora più in modo fisiologico. Tale condizione viene definita discopatia. Come conseguenza si vengono a creare delle modificazioni del movimento delle vertebre adiacenti che portano all’insorgenza della lombalgia.
La diagnosi viene agevolmente ottenuta con la risonanza magnetica nucleare che mostra la presenza di un disco di colore più scuro rispetto a quelli normali ( cosiddetto black disk) ed un abbassamento dello spazio fra le due vertebre interessate. Può risultare utile anche l’esecuzione di una radiografia della colonna lombare in dinamica ( flesso-estensione) che permette di evidenziare la eventuale ipermobilità della colonna.
In certi casi il nucleo polposo può spostarsi dalla sua sede ( ernia del disco) andando a comprimere una radice nervosa e provocando così un dolore irradiato ad un arto inferiore.
Va ricordato che la lombalgia può essere causata anche da altre patologie come, per esempio, degenerazioni artrosiche delle faccette articolari ( sindrome delle faccette), spondilolistesi degenerative, difetti posturali, fibromialgia.
Il trattamento della lombalgia in fase iniziale è sempre conservativo. Nella fase acuta si somministrano farmaci antidolorifici e miorilassanti. Nelle forme croniche il trattamento indicato è quello fisioterapico che rappresenta senza dubbio la scelta di elezione e più adatta a questo tipo di patologia.
Quando si rende necessario ricorrere alla chirurgia?
Nelle forme gravi, con un dolore lombare insorto da vari mesi, resistente alle terapie fisioterapiche e tale da impedire la vita lavorativa o addirittura lo svolgimento delle normali attività quotidiane, va presa in considerazione la soluzione chirurgica.
Dato che, come detto precedentemente, la causa del dolore risiede nella ipermobilità patologica delle vertebre causata dal malfunzionamento del disco degenerato, l’intervento mira a diminuire questa ipermobilità. Questo risultato viene ottenuto con la fissazione vertebrale che consiste nell’inserimento di viti e barre nelle vertebre interessate in modo tale da “bloccarle”.
Attualmente questo intervento viene eseguito con una tecnica percutanea miniinvasiva. Vengono eseguite delle piccole incisioni di circa 1 o 2 cm lateralmente a livello lombare e , tramite un apposito strumentario, si posizionano viti e barre.
I vantaggi di questa tecnica, rispetto a quella tradizionale a “ cielo aperto” sono molteplici. Il più importante è quello che non deve essere scollata la muscolatura paravertebrale per raggiungere le vertebre e questo comporta una netta riduzione del dolore nell’immediato post-operatorio, una perdita ematica praticamente nulla, la possibilità di alzarsi e camminare la mattina dopo l’intervento e di essere dimessi il giorno successivo.
Una volta a casa il paziente può riprendere gradualmente la sua vita normale e lavorativa facendo attenzione solo a non sollevare grossi pesi o comunque effettuare sforzi eccessivi per circa due mesi.