
Era da un po’ che non guardavo un cartone animato della Disney, troppo nostalgica di quelle belle storie a colori, che, durante la mia infanzia, venivano tramandate attraverso le videocassette. Affezionata a quelle visioni, i cartoni di oggi mi sono sempre sembrati troppo computerizzati, poco coinvolgenti, quasi freddi. Fino a ieri, quando invogliata dalle numerose pubblicità, ho deciso di guardare Inside Out. Un film d’animazione che, però, ha i colori, la semplicità e la profondità di quei vecchi cartoni animati che ho tanto amato e che, soprattutto, racconta una storia da fare invidia a molte delle pellicole che girano tra i vari festival internazionali.
Inside Out si svolge nella mente di Riley, una bambina di 12 anni. I personaggi principali sono le personificazioni di 5 emozioni: Gioia, Tristezza, Paura, Disgusto e Rabbia. Con il passare degli anni, aiutano la bambina a costruirsi dei ricordi, tra i quali quelli “base”, fatti di momenti solamente felici che vanno a costruire le 5 isole della personalità (i pilastri della sua vita): quella della Famiglia, quella della Stupidera (dei giochi), quella dell’Onestà, quella dell’Amicizia e quella dell’Hockey, sport preferito della dodicenne.
Alla fine del “film” animato, quello che ci resta è una vera e propria metafora della vita. Questo cartone è fatto per ricordare a tutti, bambini e adulti compresi, che Gioia e Tristezza vanno di pari passo, quasi a braccetto: se non esiste l’una, nemmeno l’altra ha senso, perché solo attraverso il contrasto possiamo apprezzare l’una e l’altra. Ma, soprattutto, ricorda a tutti noi che la vita è fatta, sempre, di momenti più o meno belli, e insegna a tutti quegli adulti che ricercano la felicità nelle cose più effimere, che la vera gioia nella vita sta nel superare i momenti tristi, le avversità, le difficoltà, facendosi aiutare e circondare dagli affetti più cari e sinceri. Ricordando, poi, delle scene ben precise mi viene da pensare che pur essendo la gioia la prima emozione ad abitare all’interno della bambina fin dai primi istanti di vita, senza la tristezza, in realtà, molti dei momenti più importanti non si sarebbero neppure creati. Penso, per esempio, alla tristezza della bambina per aver perso la finale di hockey e subito consolata dagli amici grazie all’intervento della gioia. Se Tristezza, dall’interno, non avesse creato quella occasione di dolore e dispiacere, Gioia non sarebbe intervenuta, e la bambina, ora, non avrebbe nella sua memoria uno dei momenti più belli, felici e divertenti della sua vita. Sembra quasi che gli ideatori della storia vogliano sottolineare ed elogiare l’importanza della tristezza.
E’ per questo motivo che questa storia è così bella e importante, perché ci mostra e insegna una grande verità: è dalla tristezza, dai momenti di dolore e sofferenza che, quasi sempre, nascono i nostri migliori ricordi, perché è per superare i momenti di sconforto, angoscia, infelicità che cerchiamo di creare situazioni di allegria, felicità, divertimento. E In fondo, ogni storia, ogni racconto, ogni fiaba nasconde tra le righe una morale.
Per queste ragioni è un film adatto a tutti e dovrebbe essere guardato da genitori e figli insieme, affinché tutti riescano a cogliere il significato più vero e profondo di questo cartone, e – perché no – attraverso di esso, anche il senso della Vita.