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Pontecorvo – Il vicesindaco Rotondo: “Approvare il bilancio è stato un atto di responsabilità”

Il vicesindaco Moira Rotondo
Il vicesindaco Moira Rotondo

Il vicesindaco di Pontecorvo, Moira Rotondo, interviene sull’ultimo consiglio comunale parlando del comportamento della minoranza e del grande atto di responsabilità compiuto dalla maggioranza nell’approvare il bilancio.

A Pontecorvo si è smarrito il senso delle istituzioni, non solo delle sedi istituzionali, come testimonia l’ennesima diserzione da parte delle opposizioni in occasione dei due ultimi consigli comunali del 30 luglio e del 13 agosto, ma proprio dell’istituzione intesa in senso civico.
Il rispetto delle istituzioni è alla base di qualsiasi processo democratico e non si può prescindere da questo. Se si giustificano l’insulto, la berlina, la gogna mediatica sistematica con argomentazioni pretestuose e strumentali non si fa certo l’interesse della democrazia. Se passa il messaggio per cui l’opposizione non si fa in consiglio comunale ma unicamente sui giornali, sui social, sulle chat durante il consiglio stesso, che il privato cittadino è equiparato al consigliere eletto e come tale legittimato a sostituirsi ad esso rischiamo la deriva e anche l’elezione e gli elettori perdono di significato. La partecipazione è un principio sacrosanto ma nel pieno rispetto di ruoli, responsabilità e attribuzioni.
A distanza di due mesi e mezzo dalla tornata elettorale che ha sancito la vittoria dell’amministrazione Rotondo, e dopo tre consigli comunali in cui la minoranza è stata del tutto incapace di portare proposte di contenuto, la linea appare chiara: appellarsi al vizio di forma, o presunto tale, pur di non assumersi alcun tipo di responsabilità.
E’ ridicolo sentir parlare di ineleggibilità o incompatibilità al terzo consiglio comunale, oppure giustificare l’abbandono dell’aula con un preavviso di convocazione insufficiente o una pubblicazione di 50 giorni anziché 60 giorni all’albo pretorio, con un’amministrazione insediatasi il 15 giugno.
Roba da far rivoltare nella tomba gli autori dello storico Aventino del 10 giugno 1924, quando i deputati dell’opposizione si astennero dai lavori parlamentari in segno di protesta per la scomparsa di Giacomo Matteotti. Altri tempi, altri valori, altri politici evidentemente.
Ci rendiamo conto che probabilmente per chi ambiva ad amministrare questa città oppure per chi l’ha a lungo amministrata ed oggi siede all’opposizione, sia duro apprendere il mestiere e quindi abbia scelto la via più semplice. Perché assumersi l’onere di votare contro la riduzione dell’Imu agricola o di altri tributi locali se si può abbandonare invocando una convocazione frettolosa? Perché presentare emendamenti ad un bilancio di previsione se si può abbandonare la seduta sostenendo che occorrono altri 10 giorni di pubblicazione di un documento propedeutico (non del bilancio beninteso) e una nuova convocazione? Perché? Forse perché così si arriverebbe così prossimi alla scadenza della proroga prefettizia da rischiare la mancata approvazione del bilancio ed un conseguente insopportabile ingiustificabile commissariamento? L’opposizione costruttiva è una chimera, un’utopia lontanissima. La maggioranza ha compiuto una scelta di responsabilità pienamente legittima votando il bilancio di previsione e garantendo a questo paese la stabilità politica che merita e che in questo caso è realmente propedeutica al rilancio di Pontecorvo”.