
Non si sono ancora spenti gli echi dell’ultima, turbolenta, seduta del Consiglio comunale di Pontecorvo. E proprio sugli argomenti oggetto dell’assise civica interviene il capogruppo di “Per Pontecorvo” Paolo Renzi.
“In primo luogo, sebbene dopo reiterate sollecitazioni, abbiamo ottenuto la costituzione delle commissioni consiliari previste dalla legge. Siamo infatti convinti che solo in seno alle commissioni consiliari potrà svilupparsi un sano confronto amministrativo per la risoluzione dei problemi che affliggono Pontecorvo. Questa apertura della maggioranza non ha però avuto alcun seguito giacché nello stesso consiglio è stato approvato il regolamento per la cura dei beni comuni, senza che sul punto vi sia stata alcuna discussione sul testo sottoposto ad approvazione. Per una più ampia discussione e con la sola finalità di arricchire un’iniziativa per noi comunque positiva, abbiamo chiesto un semplice rinvio che avrebbe permesso di dare il nostro fattivo apporto. Tuttavia la maggioranza ancora una volta ha inspiegabilmente rifiutato ogni rinvio. È evidente che il rifiuto denota la totale chiusura di questa amministrazione nei confronti della nostra volontà di partecipare, ovviamente per quello che ci compete, alla vita amministrativa. Premesso che siamo totalmente a favore del coinvolgimento dei cittadini nella gestione dei beni comuni, critichiamo la totale chiusura dell’amministrazione che anziché confrontarsi con l’opposizione ha mostrato, come sempre, grave miopia. Peraltro l’ultimo consiglio comunale si è svolto in un clima da televendita che dimostra poco rispetto per tutto e tutti”.
“Nonostante tutto ciò il nostro ruolo di stimolo e confronto con la cittadinanza proseguirà partendo dalla scandalosa gestione Acea, dai rifiuti pericolosi interrati nei nostri territori e dalle responsabilità relative alla cartella esattoriale di circa 1.700.000,00 euro per fare completa chiarezza sui responsabili delle “varie vicende” cui la stessa si riferisce. Da ultimo constatiamo con amarezza che la maggioranza è rimasta sorda anche ai nostri appelli di revoca dell’aumento di quasi il 50% delle indennità di Sindaco e degli assessori“.