
di Arturo GNESI, sindaco di Pastena
Non tutto va per il verso giusto e non tutto è perduto, queste le considerazioni che facevo al rientro da un viaggio in Regione dopo essere stato all’assessorato al Bilancio e dopo aver incontrato l’avv. Lucia Valente assessore al Lavoro giovedì u.s.
Il problema che è sul tavolo da parecchio tempo riguarda la condizione giuridico- amministrativa dei dipendenti del consorzio delle grotte di Pastena e Collepardo, quest’ultimo abolito con la legge regionale n. 7 del 15 luglio 2014.
Dopo che il commissario straordinario ha compiuto un’attenta analisi sullo stato di salute del consorzio e aver stilato delle somme da versare ai diversi creditori e soprattutto dopo che ha preso atto della regolarità del rapporto di lavoro ci aspettavamo decisioni tempestive e mirate a far transitare i dipendenti dal consorzio al parco dei monti Ausoni, come peraltro stabilito dalla legge.
Tutto invece va a rilento, nonostante gli stipendi siano al momento erogati con regolarità ma mancano all’appello le 23 mensilità arretrate che, all’inizio di agosto, hanno spinto i dipendenti dell’ex consorzio a scioperare.
La presenza a Roma è stato un gesto teso a spianare la strada verso una soluzione che tuteli i livelli occupazionali attuali, prepari un piano per il recupero degli arretrati e soprattutto consenta al nostro comune di attuare un programma di promozione turistica e di valorizzazione delle grotte capace di interagire con gli operatori del settore e con la comunità internazionale.
Se non viene superato l’ostacolo che ancora oggi rende incerto il futuro dei dipendenti diventa impossibile lavorare con serenità e soprattutto predisporre le somme e gli investimenti opportuni per creare attorno alle grotte un movimento economico, culturale e finanziario in grado di assicurare nuove opportunità occupazionali soprattutto ai giovani.
A Roma ormai sanno del disagio delle famiglie e delle mortificazioni subite per superare le difficoltà economiche.
Sanno che le persone non possono essere considerate semplici numeri da collocare all’interno delle caselle o che non è sufficiente tracciare una linea per determinare il destino degli uomini.
Sanno che la realtà dei piccoli paesi può essere drammaticamente segnata dall’abbandono delle istituzioni o dalla leggerezza di qualche burocrate che in virtù di misconosciuti cavilli accademici o di interpretazioni esasperate delle norme possono buttare nella miseria intere famiglie.
Ho raccontato dei risultati positivi raggiunti in questi anni con alcune iniziative che hanno dato risalto e visibilità alle grotte ma anche della sfiducia dei cittadini nelle istituzioni che talvolta appaiono sorde e distanti dai loro problemi.
Del resto manca la voce dei sindacati, resti fossili di gloriose battaglie a difesa dei diritti dei lavoratori e della condizione delle donne, assenti perché impreparati e perché troppo obbedienti ai leader locali, talvolta fusi e indistinguibili dal potere politico e da quello imprenditoriale.
Assenti sono pure i partiti troppo impegnati nelle competizioni elettorali e nelle diatribe interne da non trovare il tempo per occuparsi del problema del lavoro e dei diritti negati dei lavoratori.
Ho rappresentato gli interessi della mia gente e del mio paese e mi aspetto che la bozza della deliberazione della giunta regionale che dovrebbe risolvere il problema sia al più presto sottoposta al presidente Zingaretti e approvata senza alcun indugio.