
Sabato 10 settembre Castrocielo riapre i suoi vicoli più antichi per la tradizionale notte bianca organizzata dall”associazione pro loco con il patrocinio dell’Amministrazione comunale.
Ecco il programma completo:
Ore 19.30
PER I VICOLI DI CASTROCIELO
Apertura percorso gastronomico per le vie del centro storico
Ore 19.45
ARTE IN STRADA
Spettacoli con Artisti di strada
Centro storico – P.zza Umberto I° – P.zza San Rocco
ORE 19.45
ARTISTI DEL LAGO
Esposizioni artistiche e artigianali
ORE 20.00
L’IMPERO LIVE TRIBUTE BAND MANNARINO
nel centro storico
ORE 22.00
ABBALLA, ABBALLA
Balli moderni e tradizionali
P.zza Umberto I°
ORE 23.15
RITO DELLA “PANTASEMA”
In piazza San Rocco
(La Pantasema, una vecchia e caratteristica maschera palazzurese, era un fantoccio di grosse dimensione che appariva alla fina delle feste patronali)
ORE 23.45
Concerto dei gruppo di musica popolare
i BALLARANTA P.zza San Rocco
ORE 01.00
DISCOTECA DISCO ALL NIGHT
Guest: DJ MAICOL MARSELLA
Voice: LEON
Ore 02.30
Cornetti caldi
La “Pantasema” era un fantoccio di grosse dimensioni, costituito da uno scheletro fatto di assi sottili di canna flessibile, tutto ricoperto di carta multicolore che lasciava trasparire la luce artificiale dei bengala che lo illuminavano all’interno. Rassomigliava molto ad una popolana grassa, prosperosa ed esuberante.Tratti rivelatori di un carattere allegro, sereno, spensierato, sempre ilare e giocondo, di un temperamento originale e vigoroso, propri di un volgo semplice e cortese, ancorché rozzo nei gesti, nei modi, negli atteggiamenti. La pantasema, attesa e a gran voce invocata, appariva florida e comicamente maestosa, a conclusione delle feste patronali.Danzando al ritmo di una famosa tarantella napoletana, la pantasema avanzava fendendo la folla che si apriva al suo passaggio unendosi al saltarello e battendo ritmicamente le mani.
Ogni tanto, mentre il fantoccio eseguiva le sue buffe piroette, dal suo corpo e soprattutto dalle sue braccia si incendiavano e scoppiettavano i bengala diffondendo tutt’intorno scintille variopinte. Delusione e malcelato rammarico accompagnavano la fine dell’esibizione che si concludeva con il rogo del fantoccio tra i fischi, gli applausi e le grida della gente che giammai ne avrebbe voluto la fine. La distruzione del pupazzo voleva significare come la spensieratezza, l’allegria, la felicità sono, purtroppo, momenti limitati, a volte irripetibili, fuggevoli, effimeri, della vita.