
In occasione dell’inaugurazione dell’Archivio centrale dell’Udi (Unione Donne in Italia) con la nuova sede in via della Penitenza 37, presso la Casa internazionale delle Donne di Roma, il maestro Alessandro Parente sarà in concerto con il suo ensemble di organetti ‘Il Giardino della Pietra Fiorita’ mercoledì 16 settembre alle ore 18,30, in uno spettacolo, che vedrà la presenza di alte figure istituzionali, che provengono dal mondo della politica, della società civile e della cultura.
Prevista una massiccia presenza delle donne, sin dalle partigiane, che in questi settanta anni sono state protagoniste del cambiamento sociale della nazione e del mondo.
Il concerto rimarrà nella storia del gruppo musicale, oltre che nella storia dell’importante istituzione. Alle 16,30, è fissato il taglio del nastro inaugurale dell’Archivio storico dell’Udi. Seguirà, alle 18,30, il concerto diretto da Alessandro Parente.
“Mi piace ricordare una citazione famosa “Se il potere fosse in mano alle donne il mondo sarebbe migliore”, ha affermato Alessandro Parente.
L’Udi è un’associazione femminile di promozione politica, sociale e culturale, senza fini di lucro.
Nel novembre 1943 erano stati creati i Gruppi di difesa della donna diretti da Rina Piccolato, riunendo gruppi femminili e donne antifasciste d’ogni provenienza con lo scopo di mobilitare le masse femminili contro l’occupazione. Dai gruppi escono le prime gappiste, le partigiane combattenti, le staffette tanto che i Gruppi vennero ufficialmente riconosciute con il loro organo clandestino Noi donne dal Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia. Nel settembre 1944 a Napoli vengono poste le basi dell’UDI e anch’essa partecipa alla Resistenza.
L’Unione Donne Italiane si costituisce ufficialmente il 1º ottobre 1945 e pochi giorni dopo il primo congresso nazionale vede i Gruppi di difesa della donna confluire nell’unione per creare la più grande organizzazione per l’emancipazione femminile italiana.
Nel 1947 al termine del secondo congresso viene eletta presidente dell’UDI la comunista Maria Maddalena Rossi. Segretaria generale è la socialista Rosa Fazio Longo[3]. Nel comitato d’onore vengono chiamate Rita Montagnana, Ada Gobetti e Lina Merlin più tardi autrice della norma che mise fuori legge le case di tolleranza. A dirigere l’UDI viene creato anche un direttivo di 27 donne e un consiglio nazionale di 150 componenti.
Nel 1982 viene avviata una rifondazione che porta a una nuova struttura[5]. Di fatto viene accantonato un modello organizzativo che in quel momento contava su 210mila donne comuniste, socialiste e cattoliche distribuite in 84 sedi provinciali e 1235 circoli.
Il 29 novembre 2003 assume il nome di Unione Donne in Italia.