
A Pastena grazie al lavoro sostenuto dall’associazione “La Frontiera” verrà ricordato nei prossimi venerdì e sabato 21 e 22 agosto il fenomeno del brigantaggio, un periodo storico contraddittorio e ancora offuscato da troppe ombre e da analisi sociologiche controverse.
L’associazione parte da un elemento locale importante e contrassegnato dalla linea di confine tra Stato Pontificio e Regno Borbonico e dai tanti racconti che descrivono le vicende e i fatti strettamente legati a quella lotta tra un popolo povero e affamato e le truppe di un esercito comandato a soffocare la rivolta e a garantire l’unità di una nazione economicamente disagiata e culturalmente disaggregata
Prevale in questo sguardo sul passato una forte solidarietà per la gente comune, pastori e contadini che indomiti coltivavano queste terre spesso aride e avare e che subivano passivamente i cambiamenti storici perché inadatti culturalmente a tutelare i propri interessi e incapaci a dar voce alle loro richieste e a rivendicare i loro diritti.
Da questo contesto probabilmente nasce la violenza contro un esercito considerato straniero ed invasore e che del resto aveva direttive precise e perentorie che non consentivano patteggiamenti, atti di clemenza o gesti di tolleranza.
Per tali ragioni nelle serate vengono rievocati con canti e balli i suoni e i ritmi dell’epoca post-unitaria e si tenta di materializzare il sentimento di sofferenza e di oppressione che da sempre ha accompagnato le generazioni del sud e ha emarginato non solo socialmente la gente del meridione.
Analfabetismo e povertà sono stati i primi due baluardi contro i quali hanno dovuto lottare per anni i giovani del mezzogiorno d’Italia.
Tuttavia il primato della disoccupazione con redditi pro-capite ai minimi storici che ancora permane in queste terre e la qualità della vita che ne sancisce l’arretratezza endemica , riportano in auge il ruolo dei briganti e obbligano a considerare senza pregiudizi e senza ostilità quel periodo successivo all’unità d’Italia quando le nostre terre furono teatro di lotte feroci, di battaglie sanguinarie, di retate e di fucilazioni di massa.
La storiografia ufficiale ha sempre salvaguardato la “ragion di Stato” e la folla dei ribelli è stata relegata all’ultimo posto senza considerazione, senza compassione e senza pietà.
I briganti, sono stati sempre gli ultimi, definiti violenti e brutali, senza speranza e senza futuro.
L’associazione “la Frontiera” con i suoi leader indiscussi Massimo Zomparelli e Vincenzo Roma, promuove questo evento, in località Fontane delle Cavatelle , nei pressi delle Grotte di Pastena, proprio per rivendicare una giustizia postuma e per riconsiderare un periodo storico plasmato dal potere centrale e da una storiografia ufficiale, impietosa e asettica nei riguardi delle nostre popolazioni.