di Giuseppe SEBASTIANELLI
Un sogno di mezza estate chiamato Imu sui terreni agricoli: un incubo per i proprietari di terreni di Cassino.
“Vergogna” è l’unica parola che può riassumere la scelta politica di questa Amministrazione di aumentare l’aliquota sui terreni agricoli nel comune di Cassino, facendola passare dal 7,60 al 10,60.
Così, chi pagava 100 euro, ora pagherà 140 euro.
A suggerire la manovra, formalizzata in piene ferie estive, forse nella speranza di trovare distratti i cittadini e specialmente gli agricoltori, non saranno di certo stati gli scarsi guadagni del settore.
Se possibile, la scelta è resa ancora più grave per due motivi: dal fatto che la città si aspettava di vedere introdotto un regolamento sull’argomento e dalla contrarietà espressa, all’indomani della riforma, dagli stessi amministratori di maggioranza. Fermo restando che la legge nazionale ha imposto l’introduzione dell’iniqua (perché è incostituzionale tassare ciò che non produce reddito) imposta sui terreni agricoli con l’aliquota base al 7,60, è esclusiva responsabilità del Comune di Cassino il suo innalzamento fino al 10,60. Il tentativo di ingannare i cittadini sta inoltre nel portare il tema in Consiglio comunale nel cuore dell’estate e di procedere tout court all’approvazione. Questi amministratori, poi, avevano perfino annunciato di voler investire i propri referenti regionali e nazionali, perché l’imposta fosse cancellata.
Posso ora immaginare la risposta che avrò in cambio: i debiti lasciati dalle passate amministrazioni di centro-destra, che sono diventati ormai la giustificazione per l’Amministrazione Petrarcone ogni volta che mette mano al portafogli dei cassinate, e accade sempre più spesso. L’aumento dell’aliquota sui terreni agricoli era rimasta, infatti, l’ultima tassa che si poteva aumentare.
Non è che chi amministrerà dall’anno prossimo la città troverà un enorme fondo cassa? A questo proposito, gli aspiranti futuri sindaci di Cassino esprimano la propria posizione sull’argomento e si impegnino a compiere, quale primo atto amministrativo, l’abbassamento dell’aliquota al minimo previsto.