
Il campo sportivo di Coreno sarà intitolato ad Antonio Ruggiero. Il maestro elementare, a venticinque anni dalla prematura scomparsa, avvenuta nel 1990, a soli 62 anni, riceverà dunque l’omaggio dell’Amministrazione comunale. Il sindaco Domenico Corte ha annunciato l’iniziativa in Consiglio comunale, che all’unanimità ha espresso il suo favore. Subito dopo aver ottenuto l’autorizzazione Prefettizia, l’Amministrazione programmerà la cerimonia di intitolazione.
“Abbiamo inteso onorarlo e ricordarlo ai giovani di oggi e a quelli di domani, che non hanno avuto il piacere e la fortuna di conoscerlo – ha detto Corte – . Soprannominato “L’Americano”, Antonio Ruggiero sembrava essere nato col pallone nel sangue. Oltre a giocare da centrocampista fluidificante nella squadra locale, dedicò il suo tempo migliore ad allenare i giovani del paese.
Nella mente di calciatori e tifosi di quel periodo calcistico “povero” perché reduce dall’immediato dopoguerra, ma glorioso, sono impressi atteggiamenti, battute, aneddoti di un personaggio che anteponeva ad ogni cosa la passione per il pallone”. Eccellente organizzatore dei “Giuochi della Gioventù” presso il Circolo Didattico di S. Giorgio, Ruggiero si mise a disposizione per collaborare anche manualmente alla realizzazione del campo sportivo agli inizi degli anni Settanta. “Lo ricordo anch’io da bambino, insieme a Salvatore Quirino – ha ricordato il sindaco – con la sua pala meccanica”. Corte ha ricordato altri aneddoti: ‘Prima di essere calciatori bisogna essere uomini’, ripeteva sempre L’Americano, insistendo sulla socializzazione e sul rispetto reciproco. E di se stesso diceva: ‘Se non facessi l’allenatore, preferirei portare il secchio con la spugna, piuttosto che stare lontano dal campo di pallone.
“Nel fine settimana, l’Americano svestiva i panni di maestro e indossava quelli di allenatore, ma il suo ruolo restava sempre di insegnante. Serate e serate passate davanti la lavagna per illustrare metodi di gioco e strategie, marcamenti stretti, difese a catenaccio e smarcamenti per le agili punte. “Tutti erano utili e nessuno indispensabile” e allora, i giocatori della numerosa rosa, erano lì, in religioso silenzio ad ascoltare il mister e seguire ogni schizzo, ogni freccia che veniva segnata sulla lavagna, in attesa della loro designazione, della loro chiamata a scendere in campo all’indomani per la partita più importante del campionato. Si, perché, per lui, ogni partita era quella più importante, quella più determinante, quella da vincere a tutti i costi” così lo descrive il figlio Salvatore Ruggiero nel suo libro “Le Stagioni della Lattaia”.