
di ALESSANDRA PARENTE
Nei giorni scorsi presso l’Università di Cassino, in località Folcara, è stato presentato il “Secondo Rapporto sulla condizione giovanile nella città di Cassino Anno 2016”.
Il responsabile scientifico del progetto è stato il prof. Maurizio Esposito, docente di Sociologia Generale dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale e Direttore del Laboratorio di Ricerca Sociale.
Il Rapporto è frutto dell’analisi dei dati emersi da un questionario auto-compilato da giovani di Cassino che hanno tra i 15 e i 20 anni, un campione di 719 giovani intervistati, nel periodo ottobre 2015-gennaio 2016.
Prima di entrare nel merito dei dati emersi, è bene osservare che rispetto al primo Report realizzato nel 2013, emerge che in questi anni i giovani cassinati hanno maturato una percezione più negativa della qualità della vita, dei servizi offerti e della percezione della sicurezza della città.
Un dato su tutti: alla domanda “ In futuro vuoi continuare a vivere dove vivi attualmente?” , nel 2013 il 43% degli intervistati rispose no, quest’anno a rispondere no è stato il 53,7%, e anche gli indecisi sono passati dal 28,5% al 39,9%.
Tracciare un profilo attuale dei giovani cassinati porta ad affermare che si tratta di ragazzi ben inseriti nella vita sociale, con un notevole interesse al futuro e con famiglie partecipi e aperte.
Partendo dall’analisi del tempo libero (che si sa essere il momento in cui soprattutto i giovani manifestano le loro reali propensioni) emerge che preferiscono senza dubbio lo sport e le uscite con gli amici, la dimensione relazionale associata al consumo culturale, di qualunque genere esso si intenda (musei, mostre..) è scarsa, ancor di più l’interesse alla lettura di giornali e riviste.
E con i nuovi media, questa generazione definita “millennial” che rapporto ha? Si muove agilmente e da protagonista in tutti i social network, nei quali condividere la propria identità, esplorarla e talvolta crearsene una. Internet è in seconda battuta la piattaforma preferita per ascoltare e scaricare musica e per informarsi sugli eventi sul territorio per il tempo libero (feste, eventi nei locali..). I desideri legati al miglioramento del proprio tempo libero sono avere più mezzi di trasporto per muoversi liberamente e maggiori disponibilità economiche. Significativo è che il 20% dei giovani intervistati si dichiara non soddisfatto di come impiega il tempo libero.
Giovani si ma abbastanza “addentrati”, soprattutto in merito a quello che è il mondo delle dipendenze. Il 43% ammette che nel proprio gruppo di amici sono circolate droghe. Il 37% ammette di aver provato almeno una volta droghe leggere, il 61% ammette di fumare o di aver provato a farlo. Riguardo al consumo di alcol, i giovani cassinati per il 43% si dichiarano astemi, mentre un 45% dichiara di bere solo il sabato sera.
Molto rilevante è la scala dei comportamenti che loro considerano più a rischio, come si può vedere in figura.
Altrettanto rilevante è l’osservazione del livello di permissivismo offerto dai genitori al campione di giovani intervistati.
Circa il grado di soddisfazione dei servizi del proprio comune sono soprattutto le donne (oltre il 50% delle intervistate) a non essere soddisfatte delle attività offerte dal comune per i giovani, pur riconoscendo la presenza di alcuni importanti luoghi dedicati al tempo libero (biblioteca comunale, cinema, teatro, impianti sportivi). Ciò che i ragazzi cassinati sperano venga potenziato è l’insieme dei servizi di svago e distrazione e i servizi di orientamento al lavoro.
“Pensi mai al tuo futuro? Ci speri?”: i giovani intervistati ci pensano e anche molto. Il 67% ci pensa con grande insistenza (la differenza di genere in questo caso non ha peso) e soprattutto “pensa positivo” riguardo al proprio futuro. La maggior parte degli intervistati infatti (40%) immagina la propria vita come produttiva, il 30% se la immagina piacevole, solo il 3% come prima risposta la vorrebbe ricca.
Le preoccupazioni per il futuro sono per lo più legate alla disoccupazione e all’importanza di trovare un lavoro gratificante (per entrambi 56% circa).
Un’analisi del futuro però non può prescindere da una ricerca circa la loro consapevolezza sul passato, soprattutto per un confronto con le condizioni esistenziali dei propri genitori. Il 48% degli intervistati (un dato forse un po’ a sorpresa) sostiene di trovarsi in una condizione socioeconomica peggiore rispetto all’epoca in cui i propri genitori avevano la stessa età; e sono soprattutto le ragazze a pensarlo (quasi il doppio degli uomini). Certamente è il loro modo di metabolizzare il peso della crisi economica che stiamo vivendo in questi anni.
Una riflessione conclusiva sui dati di questo Rapporto mi spinge a domandarmi se questa noia di cui i giovani d’oggi (a detta di molti) sono vittime e allo stesso tempo artefici non si combatta solo creando loro infrastrutture, ma opportunità. Le opportunità si creano credendo in loro, trattandoli alla pari, riconoscendo il peso delle loro azioni, nel bene e nel male.
Credo che il primo, prioritario e più fertile degli investimenti sia quello in capitale umano, se giovane ancor di più.