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Piedimonte: bimbo trovato morto, lo ha ucciso la madre stangolandolo. La donna fermata nella notte

Le ambulanze del 118 lasciano la zona dove il piccolo è stato trovato morto

Alla fine ha ceduto. Messa sotto torchio dagli investigatori, che fin da subito avevano ravvisato delle contraddizioni nella sua versione dei fatti, Antonella Di Bona, 29enne di Atina ma residente a Piedimonte San Germano in contrada Volla, è crollata ed ha ammesso tutto: ad uccidere il figlioletto di poco più di due anni è stata lei, strangolandolo.

La donna, dopo essere stata riportata sul luogo dove il bimbo è stato trovato morto, è stata accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino per essere sottoposta ad una serie di accertamenti: qui, tra l’altro, i sanitari le hanno trovato sul corpo, in specie su viso e braccia, segni di piccole ferite, abrasioni, che non ha saputo spiegare. Quindi, nel cuore della notte, la svolta: gli inquirenti hanno rimesso insieme le tessere del puzzle ed hanno “fermato” la donna per l’omicidio del figlio, trasferendola subito dopo nella sezione femminile del carcere di Rebibbia

La ricostruzione dei carabinieri

Nel corso della notte a Cassino i carabinieri della locale Compagnia, coadiuvati da quelli del reparto operativo del comando provinciale di Frosinone, hanno eseguito il fermo disposto dal pm – ex art 384 comma 1 codice di procedura penale (Fermo di indiziato di delitto per la presenza di gravi elementi di colpevolezza) – nei confronti di Donatella Di Bona, nata ad Atina, 29 anni, residente a Piedimonte San Germano in via Volla 45, per l’omicidio del figlio convivente Gabriel Faroleto, nato a Sora l’11 dicembre del 2016.

Alle 16.30 del 17 aprile (ieri), una pattuglia della stazione carabinieri di Piedimonte San Germano è intervenuta in località Volla per un presunto investimento di un bambino. Giunti sul posto i militari hanno accertato la presenza di personale del locale 118 che cercava di rianimare il piccolo Gabriel Faroleto, constatandone poco dopo il decesso.

Gli accertamenti effettuati immediatamente dal personale operante permettevano di appurare che il decesso del bimbo non era riconducibile ad un investimento ed alla successiva fuga di un’auto, come invece riferito falsamente dalla madre.

Al contrario, è emersa una drammatica verità: ad uccidere il bambino è stata la stessa donna che poco prima, durante una passeggiata, presa da un raptus scaturito da una banale richiesta del figlio di tornare dalla nonna, lo ha soffocato stringendogli il collo e chiudendogli la bocca, causandone quindi la morte per asfissia.

La salma del piccolo è stata quindi condotta presso la camera mortuaria dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino, a disposizione dell’autorità giudiziaria che ha già disposto l’autopsia, mentre la donna, al termine delle formalità di rito, è stata portata presso la sezione femminile della casa circondariale di Roma-Rebibbia.